Parla la segretaria di Possibile. Da oggi (19 luglio) a domenica, a Senigallia, l’appuntamento estivo del movimento fondato da Pippo Civati. Al centro dei dibattiti il futuro del pianeta
Si apre oggi a Senigallia una nuovaq edizione di ‘Politcamp’, appuntamento estivo di Possibile. Al centro di questa edizione, il futuro del pianeta. Per questo ci saranno incontri e dibattiti, ma anche laboratori per bambini. Ne parla la segretaria Beatrice Brignone.
La sinistra a sinistra del Pd è divisa in molti rivoli. Qual è il vostro percorso?
Abbiamo sempre dialogato con tutti, e continueremo a rimanere aperti in questo senso. Ma non a qualsiasi condizione. Siamo convinti che serva una proposta che abbia alcune caratteristiche non discutibili, ovvero che sia radicale, innovativa, e credibile, a partire dalle persone che la rappresentano. Potrei fare l’elenco delle questioni sul tavolo ma credo che siano note, e che peraltro le elenchino tutti, dall’emergenza ambientale alla giusta paga, dai flussi migratori a quella che per me si presenta come una vera crisi di rappresentanza, e quindi democratica, nel Paese: su questo non ci sono così marcate differenze tra noi, ve ne sono invece di sostanziali quando dobbiamo discutere di come rappresentare queste istanze agli elettori. In questo a volte c’è un abisso, e una tendenza all’eterna riproposizione dell’uguale e su questo, rispetto al passato, penso ad esempio all’esperienza di Leu delle politiche dell’anno scorso, siamo meno disposti a snaturarci.
Credete nel nuovo corso del Pd di Zingaretti?
Credo che la sua elezione a segretario, con un risultato ampio, rappresenti una speranza per i molti che lo hanno votato. E credo che lo abbiano votato auspicando una discontinuità rispetto all’ultima esperienza di governo del Pd. Su lavoro, migranti, ambiente, democrazia, capacità di sintonizzarsi con una certa parte del Paese. Le questioni già citate prima, insomma. Quindi sì, vedo speranza, ma al momento non vedo ancora quella discontinuità, non così marcata, se non nello stile, che per carità è comunque qualcosa anche se temo non basti. Capisco perfettamente che il Pd è una macchina complicata, composta da anime a volte anche molto diverse tra loro, e che quindi il nuovo segretario abbia la giusta preoccupazione di tenerle insieme, di lavorare all’interno del partito. In questo senso leggo la proposta di lanciare una “Costituente delle idee”, che noi facemmo esattamente con lo stesso titolo già due anni fa. Penso però anche che ci sia bisogno di una risposta che parli all’esterno, e che non si curi solo delle dinamiche interne, una risposta a quelli che hanno voluto credere in questo cambiamento, e temo che non potrà aspettare troppo tempo. Da questo punto di vista qualche spazientimento mi sembra si possa già cogliere, almeno nell’opinione pubblica.