Ciao Eugenio..

È deceduto ieri il Consigliere Comunale Eugenio Marelli, per tanti anni impegnato nella vita politica e amministrativa della nostra città. Socialista riformista, volontario al Caf UIL ed uomo gentile.

Così lo ricordano i tanti che hanno condiviso con lui la passione e il servizio della politica negli ultimi 20 anni.

Alla moglie Giovanna, ai figli Gabriele e Davide, ai nipoti e a tutti i parenti, le più sentite condoglianze di Sinistra per Paderno Dugnano.

1 febbraio 2024 incontro con Mario Agostinelli

Chi è Mario Agostinelli ? (dal suo sito):

“Mario Agostinelli, sposato con due figli e cinque nipoti è oggi vicepresidente dell’Associazione Laudato si’, un’Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale, di cui è promotore dal 2015.

È stato capogruppo nel Consiglio Regionale della Lombardia per Rifondazione Comunista e per Sinistra Ecologia Libertà.

Durante gli anni dell’Università è stato attivo nel movimento studentesco, partecipando da vicino al ‘68-’69 milanese. Dopo la laurea ha lavorato come ricercatore chimico-fisico per l’ENEA [Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente] presso il CCR di Ispra.

In parallelo ha collaborato con i circoli di Sapere, promossi da Giulio Maccacaro, ha militato ne Il Manifesto e ha contribuito alla nascita del sindacato CGIL Ricerca.

Nel 1974 aderisce al PCI e diviene sindacalista a tempo pieno, prima organizzando per la FLM i corsi delle 150 ore, poi nel sindacato dei tessili, infine nella CGIL Lombardia di cui è stato segretario generale dal 1995 al 2002.

Nel 1987 ha guidato il sindacato nella battaglia referendaria per il NO al nucleare. Per un anno è stato responsabile della CGIL per le politiche comunitarie a Bruxelles.

Nel dirigere la CGIL Lombardia si è scontrato con la politica sanitaria della giunta Formigoni, si è speso in difesa dell’occupazione, dei diritti sociali e del lavoro e per la riconversione produttiva, e ha stretto più intensi rapporti tra il sindacato e i movimenti per la pace, la tutela dell’ambiente e la solidarietà Nord-Sud.

Nel 2002 è tornato all’ENEA presso il CCR di Ispra dove ha coordinato un gruppo di 36 ricercatori, quale responsabile di un progetto volto a introdurre sul territorio le energie rinnovabili e a creare occupazione nell’area dismessa dell’Alfa Romeo di Arese.

Nel 2004 ha dato vita a Unaltralombardia, un movimento per riavvicinare la politica alla società e rinnovare dal basso le forme della rappresentanza, così da dar voce a bisogni, aspettative e progetti che aiutino la formazione di una Lombardia diversa e migliore. Oggi il movimento si è trasformato in un’associazione articolata sul territorio che partecipa attivamente al processo di costituzione dal basso di un nuovo soggetto politico unitario della sinistra.

In Consiglio regionale Mario si è battuto contro il ‘federalismo padano’, la corruzione nell’amministrazione pubblica, la privatizzazione della sanità, dell’acqua, della scuola e dell’assistenza.

In positivo, si è contraddistinto per la lotta all’inquinamento, la conservazione dei parchi e degli spazi pubblici, il ricorso alle energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, la riconversione produttiva, il sostegno ai non autosufficienti, la democrazia partecipativa e la trasparenza della Pubblica Amministrazione.

Sul piano internazionale opera da anni nel Forum Mondiale delle Alternative e nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, con lo scopo di costruire percorsi di coinvolgimento per affrontare la crisi ambientale, sociale e politica prodotta dall’attuale modello di sviluppo.

È portavoce del Contratto mondiale per l’energia e il clima.

Autore e coautore di numerosi libri e saggi tra cui

  • Pianeta in prestito
  • Le 35 ore” con Carla Ravaioli
  • Tempo e spazio nel postfordismo
  • Il mondo al tempo dei quanti
  • Cercare il sole, dopo Fukushima
  • Niente di questo mondo ci risulta indifferente”

Addio a Felice Besostri, l’avvocato degli elettori

Addio a Felice Besostri, l’avvocato degli elettori

IL RICORDO. Nessuno poteva tenerlo lontano dalla passione politica e a conti fatti è riuscito ad avere un impatto sulla vita delle istituzioni assai più di tanti parlamentari e anche leader politici

di Andrea Fabozzi. Il Manifesto, Edizione del 7 gennaio 2024

«Socialista austro-marxista. Dovrebbero presentarmi così nella candidatura, ragione per cui non mi candiderà più nessuno. In ogni caso stai tranquillo, saresti il primo a saperlo». Mi rispose così Felice Besostri quando diversi anni fa gli chiesi se fosse vero che gli avevano offerto un posto in lista non ricordo più in quale occasione. In effetti non lo candidò nessuno, il suo unico seggio è rimasto quello del senato nella XIII legislatura – in passato era stato anche sindaco di un comune in provincia di Lodi.

Ma nessuno poteva tenerlo lontano dalla passione politica e a conti fatti è riuscito ad avere un impatto sulla vita delle istituzioni assai più di tanti parlamentari e anche leader politici, restando attivo fino alla fine. Fino alla morte che lo ha colto a Milano nella notte tra venerdì e sabato, aveva 79 anni.

Besostri è stato tante cose, si è impegnato in mille battaglie consumando con grande generosità la sua salute e le sue sostanze. È stato innanzitutto un socialista e sono pronto a scommettere che sarebbe assai più dispiaciuto di non poter celebrare degnamente, nella prossima primavera, il centenario dell’omicidio di Giacomo Matteotti (anniversario per il quale aveva naturalmente già dei programmi) che il suo ottantesimo compleanno. Soprattutto è conosciuto per aver abbattuto – non da solo, ma da protagonista e instancabile animatore – la legge elettorale Porcellum. Con la quale sono state formate tre legislature, prima che nel 2013 la Corte costituzionale ne sancisse l’illegittimità.

Grazie al ricorso che Felice aveva testardamente portato avanti (insieme all’avvocato Bozzi): ci vollero cinque tentativi e sei anni di rimpalli tra diverse Corti e Tribunali. Alla fine si riuscì ad affermare il principio che le leggi elettorali possono essere portate davanti ai giudici delle leggi per iniziativa dei cittadini, principio forse persino più importante della pronuncia di incostituzionalità. Tant’è che aprì la strada a un’altra campagna contro una legge elettorale, quattro anni dopo.

Besostri infatti poteva vantarsi di aver abbattuto ben due sistemi di voto, non solo quello di Calderoli ma anche quello di Renzi, l’Italicum, sempre con la tecnica del ricorso nei tribunali ordinari a difesa della libertà e uguaglianza del voto dei cittadini. Una volta gli dissi che era lui il vero avvocato del popolo, non certo Conte, visto che era riuscito ad affermare davanti alla Corte costituzionale i diritti degli elettori, lui mi rispose con un aforisma: «Proprio perché sto dalla parte del popolo non gli posso perdonare tutto quello che fa».

In parlamento, nella commissione affari costituzionali del senato, si era battuto per i diritti delle minoranze linguistiche, ma questo non gli impediva di denunciare il trattamento di favore che alcune minoranze si videro riconosciute (per agguantare il voto decisivo dei rappresentanti in parlamento) in due o tre leggi elettorali. Anche l’attuale legge, il Rosatellum, a suo giudizio per questa e altre ragioni è incostituzionale e il suo grande cruccio era di non essere riuscito a sollevare un’ondata di ricorsi uguale a quella che era riuscita a colpire le leggi precedenti.

Lamentava la scarsa attenzione anche da parte dei partiti di opposizione: «O riusciamo a portare avanti i ricorsi o i partiti di loro iniziativa non si muoveranno mai per cambiare la legge, conviene a troppi». Soprattutto conviene a chi può compilare le liste bloccate. Per questo Felice spandeva e spendeva, non solo nel preparare sempre nuovi ricorsi pro bono ma anche pagando di suo per presentarli. In qualche occasione da soccombente è stato anche condannato a pagare le spese, cosa che ha dovuto fare di persona, credo sia stato in occasione del ricorso contro la legge elettorale italiana per le europee che continua a prevedere un’irragionevole soglia di sbarramento.

Felice era un compagno e amico del manifesto che considerava il suo giornale, è venuto in più occasioni a trovarci per rinnovare l’abbonamento, le volte in cui ha scritto per noi sono infinitamente meno di quelle in cui avrebbe voluto farlo, ansioso com’era di intervenire su quasi tutto, dalle guerre alla situazione politica negli altri paesi europei (soprattutto in Germania) dei quali conosceva a perfezione i sistemi elettorali.

È stato sempre una fonte di ottimi suggerimenti, si trattasse di una sentenza della Corte costituzionale o di una trattoria anarchica la cui storia valeva la pena raccontare. Insostituibile, Felice Besostri ci mancherà molto. Lo abbiamo sentito ancora mercoledì, quando i medici avevano già deciso di interrompere le cure per la malattia e lui con pochissima voce continuava a darci appuntamento per una prossima battaglia da ingaggiare.

Militante fino alla fine, ha conservato fino in fondo la sua ironia tanto da aver scelto per tempo il servizio funebre preferendo una ditta che porta il cognome di un leader socialista e ha la sede in una strada di Milano dedicata a un antifascista. Lascia la moglie Anne Marie, le figlie Beatrice e Nathalie, i nipoti Mario, Pietro, Sofia, Laurent e Federica, la sorella Renata e il fratello Carlo Alberto, A tutte e tutti loro il manifesto è vicino “

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