Contro la Riforma Moratti, in piazza il 21 febbraio

Vittorio Agnoletto: “La Lombardia è obbligata a modificare la legge sulla Sanità”.

Quella che il governo ha fornito alla regione Lombardia è una risposta degna delle Sibille, le profetesse dell’antichità le cui risposte potevano essere interpretate in un modo ed esattamente nel suo opposto. Gli equilibri da mantenere tra il governo di unità nazionale e la regione Lombardia hanno prodotto una risposta che permette a ciascuno, maggioranza e opposizione di proclamarsi vincitore.

Ma, se le osservazioni del ministero della salute, riguardano per lo più aspetti lessicali e formali e una delle poche contestazioni sostanziali è la critica alle modalità indicate per scegliere i direttori generali; i funzionari del Ministero dell’economia e della Finanze mettono invece in discussione alcuni punti fondamentali della legge: contestano l’equivalenza delle strutture private accreditate con quelle pubbliche, che risulterebbe in contrasto con il Decreto Legislativo 502 del 1992 che stabilisce un preminente ruolo del pubblico nel Servizio Sanitario Nazionale; contestano l’assoluta flessibilità e autonomia organizzativa attribuite al privato accreditato; sostengono che la perseveranza nell’istituzione delle ATS e delle ASST è in contrasto con le Asl previste dalla legge nazionale e chiedono chiarimenti sia sulle modalità con le quali si vogliono modificare le tariffe delle prestazioni, sia sulle coperture finanziarie, ipotizzando, su questo, un possibile rinvio della legge alla Corte Costituzionale. La regione ha replicato con due scarne paginette indicando modifiche minimali; la replica del ministro Speranza ad oggi non è stata resa pubblica. Non sarà facile per la giunta regionale sostenere che le modifiche richieste potranno avvenire senza un ampio dibattito in consiglio regionale.

LANCIAMO UN APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE REGIONALE E TERRITORIALE IL 21 FEBBRAIO 2022 DALLE ORE 17.00 SOTTO LA SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE, A DUE ANNI DAL “PAZIENTE UNO”, PER UNA SANITA’ PUBBLICA, PREVENTIVA, SOCIALE, UNIVERSALE, PARTECIPATA, FONDATA SULLA FISCALITA’ GENERALE.

Riforma Moratti? rimandata al mittente

                     Comunicato stampa di Articolo Uno Lombardia – 15 febbraio 2022.

SULLA SALUTE REGIONE RIMANDATA.

Oggi la Regione Lombardia ha rese note le modifiche di ben 14 articoli su 34 della legge regionale 22/21. Di fronte ai rilievi dei Ministeri della Salute, dell’Economia e delle Finanze e della Giustizia, si è impegnata a portarle in Consiglio Regionale entro marzo, per evitare l’impugnazione della legge da parte del Governo.

L’annuncio è stato accompagnato da una cortina fumogena diffusa dal presidente Attilio Fontana, da Letizia Moratti e da vari esponenti della maggioranza di centrodestra. L’assessore ha cercato di sminuire la portata dei cambiamenti, che saranno costretti a portare in Consiglio, derubricandoli a mere modifiche tecnico-formali o lessicali. Gli atti e i documenti parlano chiaro, è vero il contrario, ci sono cambiamenti sostanziali che sarà difficile occultare.

Intanto è bene ricordare che la legge 22 si è resa necessaria dopo la bocciatura della legge 23/15. Se si considerano le modifiche imposte dal governo già nella prima stesura della legge a quelle che verranno apportate ora, ne risulta una revisione del cosiddetto ‘modello lombardo’ che non solo azzera la legge Maroni, ma si riallinea sostanzialmente alla legislazione nazionale, rivedendo anche il modello introdotto da Formigoni con la legge 31 del 97. Come scrive la Regione nei chiarimenti inviati al governo, le ASST saranno equiparabili alle USSL: ‘Con la legge regionale n. 22/2021, in completa aderenza a quanto richiesto dal Ministero della Salute, si è provveduto a completare tale percorso disegnando di fatto la ASST in completa coerenza con quanto previsto dall’articolo 3 del decreto legislativo n. 502/1992′. Va poi sottolineato un altro aspetto rilevante, che attiene alla programmazione ed al governo del SSR. Riguarda l’art. 20 che verrà modificato portando in capo alla Regione, le autorizzazioni, gli accreditamenti e la contrattazione con gli erogatori privati, che nella prima versione erano delegate alle ATS, che di fatto rimangono dei bracci operativi dell’assessorato sui territori.

E’ poi importante sottolineare come sia la stessa Regione ad affermare che: ‘Le case di comunità e gli ospedali di comunità, sono le strutture previste dal PNNR, cosi come indicato espressamente all’art. 7, comma 3. Tali strutture si inseriscono nel complesso sistema sanitario ed opereranno nel rispetto della vigente normativa di riferimento e della missione 6 del PNRR. Fermo restando che, in coerenza con quanto previsto dal PNRR, le Case di Comunità saranno strutture fisiche in cui opereranno team multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità ed altri professionisti al fine di rispondere in modo completo ed adeguato ai bisogni della popolazione’.

La conseguenza è che La Regione deve fare ad esempio una veloce retromarcia sulla previsione, che verrà cassata, di affidare la gestione delle case di comunità ai MMG, che svolgeranno le loro funzioni anche all’interno delle CdC, come i PLS, gli specialisti, gli infermieri di Comunità e il complesso team multidisciplinare che andrà attivato per garantirsi i finanziamenti europei, come dovrà cambiare la norma sulle figure che dovranno dirigere i distretti.

Ovviamente rimangono ancora numerose pecche e incongruenze nella legge, che riguardano il fatto che le ASST non sono disegnate su territori omogenei ma confezionate attorno alla rete ospedaliera pubblica, che la Prevenzione è spezzettata in 35 aziende oltre ai dipartimenti veterinari, che sono rinviate sine die il riconoscimento dell’autonomia a diverse Aziende Ospedaliere che ne hanno già tutte le caratteristiche.

Ambiente: tutela in Costituzione è sguardo sul futuro

Il comunicato stampa di Articolo Uno e una considerazione:

La tutela ambientale, della biodiversità e degli ecosistemi in Costituzione è un modo forte, solenne, per occuparci del destino comune, del futuro del pianeta, del mondo che lasciamo alle nuove generazioni.

Un risultato importante, che però è solo un punto di partenza”. Lo dichiara Federico Conte, deputato di Liberi e uguali, a commento dellapprovazione da parte della Camera dei deputati della legge di revisione costituzionale con la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione.

Il largo consenso con chi si è andati a questa approvazione – continua il deputato – è il segno di una sensibilità diffusa. Un obiettivo raggiunto che dimostra la capacità del Parlamento, sui temi cruciali, di ragionare e trovare sintesi. Naturalmente non bisogna fermarsi alla fissazione dei principi fondamentali. Bisogna ora far seguire azioni e politiche coerenti con il dettato costituzionale. La salvaguardia dellambiente, in tutte le sue forme, deve essere un elemento centrale del dibattito politico”.

Il testo della legge entrerà subito in vigore con le modifiche approvate:

  • l’articolo 9 recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” – viene integrato con – “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nellinteresse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
  • l’articolo 41 stabilisce: “Liniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con lutilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, – è integrato con – alla salute, all’ambiente. La legge, inoltre, determina i programmi e i controlli opportuni perché lattività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e – recita ora l’articolo – ambientali”.

Un “passo avanti” importante anche per il presente e un chiaro riferimento da seguire, con coerenza, in tutti i contesti istituzionali, compresi quelli territoriali.

La “tassonomia verde” dei daltonici.

Articolo di Ottorino Pagani:

“Ci riferiamo all’atto varato il 2 febbraio dalla Commissione Europea, a nostro avviso: un messaggio politico sbagliato sia dal punto di vista economico e soprattutto ambientale, irresponsabile nei confronti delle generazioni future che dovranno farsi carico degli investimenti del fondo “Next Generation EU” per i vari PNRR europei. La presa di posizione del WWF, riportata di seguito, sintetizza in modo adeguato le contraddizioni della scelta della Commissione e la necessità di contrastarla in tutte le sedi.

“L’Atto delegato della commissione UE inquina la tassonomia verde e deve essere respinto dal Parlamento”.

La Commissione europea ha ceduto oggi alle pressioni della Francia e di altri Paesi, pubblicando una serie di regole di finanza sostenibile che faranno un danno enorme all’UE e all’azione globale per l’ambiente. La Commissione classifica ufficialmente il gas fossile e l’energia nucleare come ambientalmente sostenibili secondo la tassonomia dell’UE – la guida agli investimenti verdi” dell’Unione – nonostante il fatto che il gas fossile generi enormi emissioni, e l’energia nucleare crei scorie altamente radioattive che non si sa ancora come gestire.

Questo crea criteri di riferimento più arretrati rispetto all’attuale mercato dei green bond, che esclude gas e nucleare, e rischia di indirizzare miliardi di euro destinati agli investimenti sostenibili verso queste industrie nocive. Solo la settimana scorsa, il Gruppo di esperti della Commissione europea sulla tassonomia ha criticato la proposta della Commissione, sostenendo che non fosse in linea con il Regolamento sulla Tassonomia” e presentava un serio rischio di minare il quadro della Tassonomia sostenibile”.

La proposta della Commissione ha lo scopo di definire i dettagli del robusto Regolamento UE sulla Tassonomia, il cui articolo 19 richiede che i criteri della Tassonomia siano fondati sulla scienza, non diano un trattamento speciale a certe tecnologie, e siano facilmente verificabili. Tuttavia, i nuovi criteri per il gas e il nucleare violano ognuno di questi requisiti e sono quindi incompatibili con il regolamento.  Il WWF chiede al Parlamento europeo e al Consiglio, che hanno ciascuno un voto sì/no sulla proposta, di respingerla.

Per il WWF, l’enorme pressione delle industrie su alcuni governi europei ha portato a questa proposta.  L’Atto adottato oggi dalla Commissione potrebbe truccare il sistema finanziario europeo a danno del Pianeta. Il WWF invita gli Europarlamentari a imporre alla Commissione di recedere da tale decisione e tenere gas e nucleare fuori dalla Tassonomia. Per il WWF, l’Atto Delegato della Commissione mina completamente la leadership della finanza verde europea e rischia di impedire all’Europa di raggiungere i suoi obiettivi climatici.

La Francia sta spingendo da mesi per far rientrare il nucleare come sostenibile nella tassonomia dell’UE. In cambio del sostegno sull’energia nucleare di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e altri, il governo francese ha accettato di sostenere proattivamente l’inclusione del gas fossile, scientificamente insostenibile. La Germania sostiene l’inclusione del gas, ma si oppone al nucleare. L’Italia ha fatto il Ponzio Pilato sul nucleare, non potendo appoggiarlo anche alla luce della fortissima espressione della volontà popolare, ma ha sostenuto addirittura un ulteriore allargamento delle maglie a favore del gas.

Dalla parte dell’evidenza scientifica stava la Spagna, che si oppone all’inclusione sia del gas che del nucleare, mentre un gruppo di Stati membri come Austria, Danimarca, Lussemburgo e Portogallo si oppongono al nucleare. Il governo austriaco ha promesso di impugnare legalmente   qualsiasi Atto che contenga il nucleare. Mentre alcuni Stati membri sono stati coinvolti nella stesura della proposta, il Parlamento europeo – e i cittadini – sono stati completamente esclusi dal processo. Il WWF Francia ha aspramente criticato l’atteggiamento del Governo francese, accusandolo di danneggiare la credibilità climatica del Paese e il Green Deal europeo proprio mentre è sotto i riflettori della presidenza dell’UE.

Molti investitori e banche hanno già chiarito di non sostenere una tassonomia che sia greenwashed – un sistema che è stato esplicitamente progettato per identificare le attività economiche verdi in modo chiaro e trasparente per gli investitori. Il testo di oggi sta dividendo il mercato finanziario – contrariamente all’obiettivo della tassonomia di unificare gli approcci dei mercati – e rallenta la transizione. Il rischio è un enorme caos nei mercati finanziari. Le istituzioni finanziarie, infatti, usando questo Atto per prendere le proprie decisioni sulla finanza verde, si esporrebbero comunque ai rischi di greenwashing, danni alla reputazione, stranded assets, lock-in e complicazioni legali.  I criteri finali per il gas e il nucleare sono ancora peggiori di quelli della bozza, che è stata stroncata dalla Piattaforma UE. Inoltre, il Parlamento europeo viene posto di fronte all’alternativa prendere o lasciare”, come fosse un’istituzione di secondo piano.”

Case di comunità: l’opinione di Don Colmegna

(ripresa dal sito: “ casadellacarita.org ”)

E un primo obiettivo è stato ottenuto e cioè che il dibattito si spostasse dalle Case della salute” alle Case della comunità”. Questo non è solo un cambio lessicale fine a se stesso, ma presuppone un cambio di paradigma dalla sanità alla salute”, in una visione delle politiche sociali come politiche di salute e viceversa.

Come presidente dellassociazione Prima la comunità”, non posso che essere contento che anche a Milano si inizi a discutere di Case della comunità. Tuttavia intravedo il rischio reale che tutto si riduca semplicemente in un cambio di nome del poliambulatorio e non si faccia veramente quel salto di paradigma sopra citato. 

Istituire le Case della comunità non è solo un tema di strutture da reperire e riconvertire, ma si tratta di costruire un nuovo modello di integrazione sociosanitaria, che metta al centro la persona, e anche di istituire nuove figure professionali che abbiano competenze integrate tra sociale e sanitario, come i medici di territorio, linfermiere di comunità, oltre che la nascita di nuovi percorsi formativi.

La salute, infatti, non è la semplice assenza di malattia. È una condizione complessiva della persona a partire dai cosiddetti determinanti sociali”:  labitare, la cultura, la scuola, il lavoro, il tempo libero, il sociale, la gestione delle pene, la tutela dellambiente e tanto altro ancora.

Le “Case della comunità” devono allora essere luoghi di prossimità e solidarietà, capaci di accogliere soprattutto le persone più fragili; luoghi dove trovano sede insieme i servizi sanitari primari e i servizi sociali e dove quindi il diritto alla salute è garantito in tutte le sue articolazioni: benessere fisico, psichico, affettivo, relazionale….

Insieme a decine di altre realtà di tutto il territorio nazionale abbiamo promosso il movimento “Prima la comunità” nato proprio per portare avanti questa nuova cultura della salute intesa come benessere di unintera comunità e che trova nellistituzione delle Case della comunità il suo compimento. Come detto non è una questione solo nominalistica, ma lavvio, per dirla ancora con il testo di quellemendamento diventato legge per cui ci siamo battuti, di progetti che «devono prevedere modalità di intervento che riducano le scelte di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti, anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quale il budget di salute individuale e di comunità».

Con le Case della comunità si esce dalla logica privatistica delle prestazioni e del mercato e si entra in una dimensione della salute come valorizzazione dei cosiddetti determinanti sociali, vale a dire labitare, la cultura, la scuola, il lavoro, il tempo libero, il sociale, la gestione della pena, la tutela dellambiente e tanto altro ancora.”

Comunicato stampa della CGIL Milano: nuova provocazione fascista

Comunicato stampa:

 Una nuova provocazione fascista

A pochi mesi dall’attacco, guidato da esponenti di estrema destra, alla sede nazionale della CGIL, e le ripetute tensioni emerse durante i cortei non autorizzati dei “no green pass” a Milano.

Una nuova provocazione fascista.

Lunedì 17 gennaio 2022, intorno alle 21.50, due individui hanno guadagnato l’accesso alla scalinata posta sul Piazzale Bruno Trentin della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano

con l’obiettivo, parzialmente raggiunto, di rimuovere lo striscione “ MAI PIU’ FASCISMI “, che da questo autunno capeggia l’ingresso della CGIL milanese.

Grazie ai filmati della videosorveglianza è stato possibile ricostruire la dinamica dell’accaduto ed allertare le autorità competenti.

Alla luce di quanto successo è necessario non abbassare la guardia e, allo stesso tempo, evitare che il livello di tensione cittadino non torni a quei fine settimana di Ottobre.

Ogni provocazione – attacco alla democrazia e al mondo del lavoro non può che essere respinto con fermezza. Nessuno pensi di far tornare il nostro Paese al ventennio fascista.

Abbiamo resistito allora, resisteremo ora e ancora.

RIMANDARE AL MITTENTE L’ENNESIMA LEGGE DELLA REGIONE LOMBARDIA PRO SANITA’ PRIVATA


PETIZIONE : RIMANDARE AL MITTENTE L’ENNESIMA LEGGE DELLA REGIONE LOMBARDIA PRO SANITA’ PRIVATA, LO CHIEDIAMO AL MINISTERO DELLA SALUTE

PER FIRMARE CLICCARE sul sito di Medicina Democratica

Chiediamo al Ministro della Salute di esprimere la dovuta valutazione sull’esito della sperimentazione della legge regionale “Modifiche al Titolo I e al Titolo VI della legge regionale 30 dicembre 2009 n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”, come formalmente statuito dal protocollo d’intesa tra l’allora Ministro della Salute e l’allora Presidente della Regione Lombardia e di esprimersi in merito a come la Regione Lombardia ha effettivamente recepito le richieste di modifiche con la L.R. 22/21 approvata a maggioranza dal Consiglio regionale e promulgata lo scorso 14 dicembre 2021.

Il Coordinamento Lombardo per il diritto alla salute – Campagna Dico 32 ha inviato lo scorso 27 dicembre una lettera aperta al Ministro della Salute affinché, nell’ambito dei poteri previsti dall’art. 127 della Costituzione Repubblicana, sollevi la questione di legittimità della legge regionale 22/2021.

La richiesta si fonda principalmente sulla distanza tra quanto richiesto dallo stesso Ministro tramite Agenas (lettera del 16.12.2020) e quanto contenuto nella legge : la confusa frammentazione di competenze tra ATS e ASST permane e viene resa ancora più evidente nel campo della programmazione; la funzione dei distretti non corrisponde a quanto richiesto; permangono ancora indefinite le effettive modalità di controllo degli erogatori privati accreditati.

Ma i motivi sono ancora più profondi perché la legge regionale 22/2021 conferma il contrasto tra le normative che si sono succedute in Lombardia dal 1997 ed i principi stabiliti dalla legge 833/1978 di riforma sanitaria nazionale. Contrasto portato alla luce dall’alto tasso di decessi dovuti al Covid-19 come pure della crisi sistemica della medicina territoriale e i limiti evidenti dell’ approccio ospedalocentrico e sbilanciato a favore delle strutture private.

Il modello lombardo di sanità, padre degli errori commessi, con il progressivo smantellamento della sanità pubblica, preventiva e territoriale (caratteristiche fondamentali di un servizio sanitario, ma non remunerative e non utili ad un “sistema” tendente alla competizione e privatizzazione) , è stato consentito tra le altre cose dalla regionalizzazione della sanità e la creazione di fatto di 21 servizi sanitari differenti, causa principale delle difficoltà di coordinamento che hanno ostacolato la tempestiva gestione dell’emergenza.

La legge 22/2021 introduce formalmente – prioritariamente per poter disporre dei finanziamenti – alcune indicazioni del PNRR (case di comunità, ospedali di comunità, medicina di prossimità) ma li stravolge in sede di attuazione aprendo anche questi ambiti al privato considerato “equivalente” al pubblico. Tende inoltre ad accentuare ulteriormente differenze di accesso ed erogazione dei servizi che diventano discriminanti per chi non dispone di forme di sanità integrativa (mutue, assicurazioni, welfare aziendale) che comunque non garantiscono gli stessi livelli di tutela per tutte le persone.

I cittadini sono trattati come clienti e non come persone portatrici di diritti (art. 32 della Costituzione).

La sanità lombarda necessita da anni di una revisione profonda. Ora è il momento di porla in atto, come hanno richiesto in modo articolato le realtà sociali che aderiscono al Coordinamento : deve prevedere un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la medicina territoriale deve essere organizzata in bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza; le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici affinché ci si focalizzi sui risultati reali di salute e non su utili economici; le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario rientrando nei tempi previsti dai LEA, anche attraverso l’assunzione straordinaria di personale presso le strutture pubbliche; la libera professione all’interno delle strutture pubbliche deve essere eliminata; le RSA devono essere parte integrante del servizio sanitario nazionale; la richiesta di autonomia differenziata deve essere ritirata.

Se il ministero non solleverà rilievi all’impostazione della legge regionale lombarda 22/2021, confermandola, tali derive privatistiche potrebbero facilmente essere prese a modello da altre realtà regionali allontanando sempre di più il servizio sanitario da quanto previsto dalla riforma del 1978 e mettendo fortemente in discussione il diritto alla salute e la sua universalità e gratuità nel momento dell’erogazione, basata sulla fiscalità generale progressiva.

Per questi motivi chiediamo che il ministero ed il governo intervengano per bloccare la legge regionale lombarda 22/2021.

Coordinamento lombardo per il diritto alla salute – Campagna Dico 32!

Milano 10.01.2022

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